New Orleans

Tu vai a New Orleans e t’aspetti che il tassista, che ti sta portando dall’aeroporto all’albergo, ascolti Louis Armstrong, King Oliver, Doc Cheatam o Wynton Marsalis. Oppure, se è più bluesofilo, anche Sonny Boy Williamson o Muddy Waters. Al massimo (e glielo concedo anche se non c’entra nulla) Amy Winehouse: e solo perché è morta da poco. Ma mai e poi mai t’aspetti che senta Eros Ramazzotti. Poi scopri che il tassista è eritreo e capisci che gli effetti negativi del colonialismo si fanno ancora sentire.

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