Sul tema fascismo interviene pure il nostro Presidente della Repubblica. Napolitano tiene a precisare che c’è “necessità di tenere alta la guardia, vigilare e reagire contro persistenti e nuove insidie di negazionismo e revisionismo magari canalizzate attraverso la rete”.
Mi dispiace per il Presidente della Repubblica, ma il revisionismo non c’entra un cazzo con il negazionismo. Il revisionismo non nega nulla: non nega i campi di concentramento, non nega i forni, non nega il male assoluto. Il revisionismo, come sostengono tutti gli storici in buona fede, non è altro che un modo di raccontare la storia. Anzi è IL modo. Si scrive storia per rivedere quello che è stato scritto precedentemente: per correggere, confutare, integrare quanto è stato scritto precedentemente, fondandosi su nuove ipotesi interpretative e, ovviamente, su nuovi documenti. Altrimenti non si fa altro che ripetere le stesse cose in uno stile più o meno leggibile.
Il vero errore sarebbe negare il revisionismo: significherebbe negare ogni tipo di progresso nella ricerca storica.
Tag: fascismo, giorgio napolitano
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